mercoledì 21 novembre 2007

Guarda...ora come ora non li ho spicci.

C’era il bisogno di ridere un po’. Con tutto questo trambusto di partiti che si forma o che cambiano solamente il nome, con la solita solfa degli immigrati, con il classico giallo da giornale metropolitano, c’era proprio il bisogno di ridere. E chi meglio di loro può riportare il buonumore? Nessuno.

Emanuele vuole solo 90 milioni, mentre papino..ecco papino si allarga, ne vuole 170. In totale i Savoia chiedono allo Stato Italiano giusto 260 milioni di euro per danni morali dovuti all’esilio e già che ci siamo rivorrebbero indietro anche le loro proprietà, Quirinale compreso. Ora ci stavamo informando se il Papa per caso voleva i danni della breccia di Porta Pia e se tante volte i Borboni rivolessero indietro il regno delle Due Sicilie.

Una volta tanto però il governo è stato compatto e univoco, un cordiale “attaccati al cazzo” è giunto tanto dal rappresentate del governo quanto dal presidente della repubblica. Anzi, iniziano anche a pensare al fatto che dovrebbero essere i Savoia a risarcire lo stato Italaino, visto che Vittorio Emanuele (leggenda vuole che egli non fosse il vero discendente, ma figlio di un macellaio fiorentino usato per coprire lo scandalo della morte del vero figlio in un incendio, chiusa parentesi) ha appoggiato il fascismo, ha firmato leggi raziali, è scappato. Ma chi li ha fatti rientrare? (il governo Berlusconi-Ah ecco).

Ridategli l'indegnità morale e Ridateci Gaetano Bresci!

mercoledì 7 novembre 2007

Dacci oggi i nostri miliardi quotidiani

È evidente. A noi piace dare soldi alla Chiesa. Ci diverte, ci mette l’animo in pace, non so. Se non a noi, in ogni caso, piace al politico, che più dell’anima in pace, si preoccupa di perdere i cari, vecchi, caldi e comodi favori del beneamato clero.

Dopo che, questa estate, la stessa Unione Europea ci aveva avvisato di fare attenzione, di non uscire dai limiti concessi negli aiuti di Stati, il Senato ha respinto l’emendamento, presentato dalla Costituente Socialista, che prevedeva di togliere gli agevolazioni ICI per gli immobili ecclesiastici adibiti a scopo commerciale, anche in caso in cui lo scopo commerciale sia secondario rispetto all’attività principale. Il relatore di maggioranza (dell’Ulivo) si è espresso contro questo emendamento. Si mette in mezzo anche l’opposizione. Ne nasce una diatriba…risultato: 12 a favore, 48 astenuti, 240 contrari. L’emendamento non passa. Ancora una volta i comuni italiani sono costretti a perdere annualmente (o a regalare alla Chiesa, dipende come la volete vedere) circa 2 miliardi e 250 milioni di euro l’anno (spicciolo più, spicciolo meno).

La Chiesa continuerà a non pagare l’ICI non solo negli edifici adibiti al culto (come sarebbe giusto), ma anche negli “enti non esclusivamente commerciali”. “Ovvero - per citare P. Odifreddi - in tutte le imprese commerciali che siano dotate di una cappella, nella quale pregare Dio per l’animaccia balorda dei Cattolici e dei loro fiancheggiatori laici che siedono in parlamento, a destra o a “sinistra””.

Ironia della sorte, il giorno stesso in cui non passa l’emendamento, l’Unione Europea rinnova il suo avviso estivo e chiede formalmente all’Italia di elencare entro 30 giorni i beni della Santa Sede esentati dall’Ici e l’ammontare di quanto sarebbe annualmente dovuto se non ci fosse l’esenzione.

Ma la colpa non è manco dei poveri preti, che devo tirare avanti con i miliardi di euro annui che si beccano dallo stato italiano, la colpa è proprio dello stato. Sono le leggi dello stato che vanno modificate, anzi, rifatte totalmente. Anche perché, se l’UE dovesse accorgersi che le leggi italiane non sono a norma, chi pagherebbe una multa a 9 zeri, non sarebbe la Chiesa, ma lo stato.

E di perdere altri soldi per colpa dei preti a me non va.

Non c'è mai stato un editto bulgaro

6 Novembre 2007-Milano (Italia)
"Non c'è mai stato un editto bulgaro né ho mai detto che questi signori non dovevano fare televisione" "Tutto e' stato sconvolto. La verità è che io criticai, e la critica è ancora valida, come veniva usata la tv, soprattutto quella pubblica, pagata con i soldi di tutti e dissi che i dirigenti nuovi che verranno dovranno evitare che ciò si ripeta. Non c'era nessuna intenzione di far uscire dalla televisione e neppure di porre veti alla permanenza in tv di chicchessia. Quindi ancora una volta è stato tutto deformato dalla sinistra.” (Silvio Berlusconi)

18 Aprile 2002-Sofia (Bulgaria)
"L'uso che Biagi, come si chiama quell'altro? Santoro, ... si ma quell'altro? ... Luttazzi, hanno fatto della televisione pubblica, pagata con i soldi di tutti, è un uso criminoso. E io credo che sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo avvenga" (Silvio Berlusconi)